Una volante della polizia
Con la scoperta dell'assassino di Maria Scarfò la squadra mobile di Roma che risolse il giallo dopo sette anni, sembra che abbia aperto il vaso di Pandora. L'omicidio di Maria Scafò non è ne il primo e ne l'ultimo compiuto da Sabatino D'Alfonso,altre indagini eseguite conducono a lui e tutte le prove lasciano intendere che D'Alfonso sia un violentatore seriale e che nel corso degli anni ha consumato una serie di violenze sessuali utilizzando sempre la stessa tecnica. E' stato proprio l'omicidio di Maria Scarfo' a far concentrare le indagini sul suo nome, Sabatino D'Alfonso, 45 anni, napoletano che ha abitato a Villa Literno (Caserta), attualmente detenuto a Regina Celi e raggiunto poche ore fa da una nuova ordinanza di custodia cautelare per rispondere di omicidio emessa dal gip Paola Piccirillo del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta del pubblico ministero Emilia Galante. Il 12 novembre del 1999 D'Alfonso, a Latina, sequestra, minacciandola con una pistola, una ragazza e la porta, con la stessa autovettura della donna, verso Napoli, sull'autostrada A1. La ragazza viene violentata, percossa e rapinata e poi abbandonata. Sul corpo della vittima ci sono tracce organiche . L'assassino viene incastrato dai RIS, il DNA è di Sabatino D'Alfonso. Per questo episodio D'Alfonso e' finito in carcere per scontare una pena fino al 2008. All'uomo però vengono concessi gli arresti domiciliari presso un appartamento proprio nel quartiere del Quadraro a Roma. Il 22 dicembre del 2000, due ragazze vengono sequestrate e violentate, sempre con la stessa tecnica, mentre il successivo 29 dicembre avviene l'omicidio di Maria Scarfo'. Nel febbraio del 2001 Sabatino D'Alfonso viene sorpreso a Napoli e arrestato per evasione e dagli arresti domiciliari finisce in carcere. Questa estate, ad agosto, D'Alfonso usufruisce di un permesso premio dal carcere di Sulmona. A Roma, in via del Teatro di Marcello, sequestra quattro ragazze, studentesse di medicina, costringendole a guidare, sempre con la minaccia di una pistola, fino a Caivano, vicino Napoli, dove minaccia di violentarle, ma, spiegano gli investigatori, probabilmente, perche' non in grado di gestire la situazione, le lascia scappare. D'Alfonso fa in tempo a rientrare nel carcere di Sulmona, ma le indagini per il sequestro delle quattro ragazze portano gli investigatori a lui e le vittime lo riconoscono senza ombra di dubbio. Le foto dell'uomo, pubblicate sui giornali, permettono agli investigatori di risolvere le due violenze sessuali del 22 dicembre del 2000. Le due ragazze, infatti, lo riconoscono e si presentano alla polizia. Agli agenti, che gli contestano l'omicidio di Maria Scarfo', D'Alfonso ha risponde: "Non ricordo nulla".
Rezarta Selam Eminaj - DEApress