Che Tex Willer fosse un mito questo lo si sapeva da lungo tempo. Oggi che ha compiuto 70 anni di permanenza nelle edicole italiane lo è di più poichè è dura essere vegliardi nel fumetto di casa nostra. Solo la tenacia dei Bonelli poteva presagire tanta fortuna. Tant'è che oggi, a distanza di tanti anni, la Bonelli editore è fra le più attive case editrici di storie a fumetti. E così, sopravvivendo a se stessi e passando per varie avventure , si è arrivati a celebrare la festa di Tex Willer che proprio in un tempo non facile per l'Italia, appariva nelle edicole. Nelle mitiche strisce (rare e rarissime e costose), o negli albi spillati (ancora più rari e costosi) entrarono di forza in un mercato che era ben rappresentato da tanti personaggi che si ispiravano a quelli americani. Erano soprattutto avventure e storie fra il picaresco e l'esotico. Certo si leggevano anche le storie del west ma nessuno aveva avuto l'ardire di tanto fare come Gianluigi Bonelli che insieme ad Aurelio Galleppini sdogana il suo Tex Willer, graficamente molto diverso da quello che conosciamo oggi. All'inizio il segno di Galep non è definito come lo sarà in seguito. Un pò come Magnus che inizia a creare i suoi personaggi con un segno per poi definirlo in seguito e renderlo immortale come nel Tex che realizzò prima di morire. Insomma una storia incredibile, fatta di tratti, ballons e tanta ma tanta fantasia. Il mito di Tex, dell'uomo integerrimo, un pò destrorso e certamente irreprensibile, tratteggia bene l'ideale di Bonelli. Tex non è un guascone ma è un vero paladino della giustizia. Alla quale arriva anche fra scazzottate e imprecazioni varie . E poi l'idea della famiglia tutta al maschile: padre, figlio, zio Kit. Insomma ci sono tanti tratti che evocano la storia dell'italiano eroico, in qualche modo. Al Mattatoio di Roma, la mostra celebrativa allestita dalla Bonelli propone una ampia carrellata sul mito Tex. E non solo: dalle memorabilia alle rarità, dalle tavole originali alle copertine. E poi il documentario prodotto dalla stessa Bonelli. Un percorso che serve a rinfrancare la memoria e a comprendere come in Italia una impresa di fumetti possa ancora oggi avere senso ed importanza, soprattutto quando per anni tale linguaggio veniva considerato poco importante se non proprio immorale. Oggi le cose sono fortunatamente cambiate.